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martedì 11 marzo 2014

La freccia di Diana. Riflessione sul potere delle donne (e sull'immanenza di Dea).


Qualche giorno fa mi svegliai la mattina con questa frase in testa : "la parola potere si è connotata di significati negativi. Ma essa in realtà è neutra. Il significato reale di "potere" riguarda la capacità-possibilità di ogni essere umano di continuare la creazione, di contribuire alla creazione del Grande Ricamo".
Più che "udirne" le parole, era un fatto di sensazioni, che io poi tradussi circa in questo modo. E lo scrissi su Facebook.
L'ho fatto e lo sto facendo, perchè ho voglia di fare pace con il mio potere.

L'ho temuto a lungo.
Il timore deriva dalla possibilità che il neutro si trasformi in negativo, che il mio ego si faccia avanti, e che io possa finire per usare il potere per nutrire l'ego ferito dal mio passato che cerca giustizia e rivincita. Potere sugli altri. 

Ma alla fine, diamine, non lo farò.
No.
Non voglio rinunciare al potere, solo per paura di non saperlo usare.
Ho scelto.
Ho pronunciato dei voti precisi. Lo userò al massimo delle mie capacità, con gli altri. Per gli altri. Per la Madre.

Non sono perfetta, ma il mio cuore è onesto.
Non sono esente dal commettere errori, ma so che posso porvi rimedio.

E in particolare, penso al potere delle donne.
Umiliato, schiacciato, sperperato, sottratto, ridicolizzato.
Sottovalutato, deriso, dimenticato, incompreso, svilito al punto che le donne stesse non sono più sicure di "possederlo". Alla disperata ricerca di esso a volte si perdono nell'arroganza patriarcale. Non ricordano più il loro potere "con", e lo trovano "su". Oppure, non lo trovano affatto.

Ma il potere è di tutti.
Dea lo ha donato a donne e a uomini, perchè continuassero a tessere la Grande Trama della Vita.
Anzi lo dico meglio: quel potere E' Dea. E' uno dei modi in cui Lei agisce attraverso di noi. Lei è noi. E' anche immanenza. Non è solo lontana incorporea trascendenza. E nella sua immanenza, non è solo attorno a noi. Ne siamo partecipi.

Divenire consapevoli di avere questo potere, è divenire consapevoli di avere precise responsabilità del modo in cui agiamo nell'universo.
E' agire nel sacro ogni momento. Perchè in ogni momento l'universo si ricrea.

L'idea del femminile come "passivo" ha già servito fin troppo a lungo gli scopi del patriarcato.
Siamo gli strumenti di Dea, perchè siamo parte di lei. Dea è attività. Movimento. Mutamento. Energia. Dinamismo.

Scrivevo oggi a un'amica sorella, sulla freccia di Diana.
Prima che un'arma, è un concetto.
L'arco va preparato. Il filo accarezzato. Si infila la freccia, si tende. Si mira. E poi, si scocca.
Questo è l'agire nell'universo.
Questo è unire l'utero all'intenzione, e dare così forma e manifestazione al nostro potere.

Prepariamo dunque il nostro arco. Con cura. Precisione. Perchè poi è ora di scoccare.




giovedì 6 marzo 2014

Il bracciale della Sorellanza - Agire la sorellanza tra donne

Frequento un cerchio che celebra le Lune, in quel di Trento.
Lo conduce una meravigliosa donna, bella fuori e dentro, si chiama Veronica Loperfido.
Come spesso accade nei cerchi, è uno spazio in cui ci si sente un pò come a casa.
Richiama memorie perdute in chissà quale piega del tempo, custodite da chissà quale vita.
E assieme ritesse le trame per il futuro, che vengono percosse dalle dita potenti di Dea.

Oggi voglio parlare di uno dei doni che ho ricevuto.
E' un bracciale, che da allora non ci penso neanche a togliere. Una lunga fila di perle rosse, arrotolate in più giri attorno al mio polso, con al centro una perla d'argento. Me, circondata da un'interminabile fila di donne che mi hanno generato, e che mi succederanno, ricordo di un sostegno e un legame potente che nemmeno la più cruenta politica del patriarcato è riuscita a annientare in toto.

La sua storia è meravigliosa, e lo fa Katja, una donna del mio cerchio.
Qui il gruppo facebook con tutte le info a riguardo.
Una storia che davvero commuove.

Ma mi commuove soprattutto il piccolo rituale creato per distribuirlo.
Un rituale che va dritto dritto a toccare tasti importanti.
E mentre Katja avvolgeva con cura le spire della trasformazione attorno al mio polso, le mie parole sigillavano il momento creando quell'attimo speciale in grado di scindere un "prima" da un "dopo".
Leggevo un foglio con delle parole scritte da Katy Stevenson, che Veronica mi aveva posto.

Ogni singola parola, quanta verità portava.

La sorellanza non è qualcosa che "accade" in automatico.
Non è una cosa scontata per ogni donna, anche se spesso è in questo modo un pò "idealizzato" che se ne parla.
No.
Siamo tutte figlie di questa cultura, tutte educate nel patriarcato e nei suoi valori: competizione, legge del (della) più forte, gara per acchiappare lo sguardo desiderato, "sindrome da prima donna".....il desiderio del potere sull'altro (altra), che non è il potere con l'altro (l'altra).
Un libro meraviglioso tratta l'argomento, dal titolo italiano ahimè stravolto (al solito) in "donna contro donna", in origine era "woman's inhumanity to woman", di Phyllis Chesler. Lo consiglio a tutte.

La sorellanza è una cosa che va riscoperta, creata, e soprattutto agìta.
Agìta mettendosi in discussione. Agìta facendo delle scelte.
E qui sotto, riporto quelle parole che sono state anche le mie.

Perchè nulla cambieremo, se non abbiamo il coraggio di agire assieme.
"Dividi et impera", dicevano i romani. Ci hanno già divise. Hanno compiuto una vera e propria diaspora.
Hanno diviso il nostro personale potere, e ci hanno diviso le une dalle altre. Quanto vogliamo cascarci, ancora? Quanta inutile sofferenza?


Mia amata Sorella

Nel profondo del mio cuore,
Io non voglio più essere
Meglio di te
più intelligente di te
più magra
più bella di te
più veloce di te
più forte di te
più completa di quanto lo sia tu
più creativa di quello che sei tu
una madre migliore di te
un'amica migliora di te
più istruita di te
qualcosa di più di te.

Voglio camminare su questa strada
fianco a fianco
nello stupore di chi sei
nello stupore di ciò che siamo noi ed i nostri doni
per vederti solo con amore e luce
con la nostra bellezza che splende attraverso noi
proprio come sei.
e voglio che tu mi veda nello stesso modo.
io davvero ti amo
proprio come sei.
Ho solo pensato che dovevo essere migliore
affinchè tu mi amassi.

Lascio cadere il pesante mantello davanti alla porta.
E' stato un fardello così pesante,
un onere inutile
un fardello autoimposto.
Mi vuoi ancora bene
essendo così come sono.
Nel profondo del mio cuore,
so che è così.

Nel sogno, che queste parole vengano pronunciate altre centro, mille, milioni di volte.
E miliardi di perle rosse girino i polsi di milioni di altre donne, che possa io riconoscere per strada, con un sorriso e con gratitudine.
Grazie Veronica, Grazie Katja, Grazie a ciascuna delle perle rosse che mi circonda.