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giovedì 6 marzo 2014

Il bracciale della Sorellanza - Agire la sorellanza tra donne

Frequento un cerchio che celebra le Lune, in quel di Trento.
Lo conduce una meravigliosa donna, bella fuori e dentro, si chiama Veronica Loperfido.
Come spesso accade nei cerchi, è uno spazio in cui ci si sente un pò come a casa.
Richiama memorie perdute in chissà quale piega del tempo, custodite da chissà quale vita.
E assieme ritesse le trame per il futuro, che vengono percosse dalle dita potenti di Dea.

Oggi voglio parlare di uno dei doni che ho ricevuto.
E' un bracciale, che da allora non ci penso neanche a togliere. Una lunga fila di perle rosse, arrotolate in più giri attorno al mio polso, con al centro una perla d'argento. Me, circondata da un'interminabile fila di donne che mi hanno generato, e che mi succederanno, ricordo di un sostegno e un legame potente che nemmeno la più cruenta politica del patriarcato è riuscita a annientare in toto.

La sua storia è meravigliosa, e lo fa Katja, una donna del mio cerchio.
Qui il gruppo facebook con tutte le info a riguardo.
Una storia che davvero commuove.

Ma mi commuove soprattutto il piccolo rituale creato per distribuirlo.
Un rituale che va dritto dritto a toccare tasti importanti.
E mentre Katja avvolgeva con cura le spire della trasformazione attorno al mio polso, le mie parole sigillavano il momento creando quell'attimo speciale in grado di scindere un "prima" da un "dopo".
Leggevo un foglio con delle parole scritte da Katy Stevenson, che Veronica mi aveva posto.

Ogni singola parola, quanta verità portava.

La sorellanza non è qualcosa che "accade" in automatico.
Non è una cosa scontata per ogni donna, anche se spesso è in questo modo un pò "idealizzato" che se ne parla.
No.
Siamo tutte figlie di questa cultura, tutte educate nel patriarcato e nei suoi valori: competizione, legge del (della) più forte, gara per acchiappare lo sguardo desiderato, "sindrome da prima donna".....il desiderio del potere sull'altro (altra), che non è il potere con l'altro (l'altra).
Un libro meraviglioso tratta l'argomento, dal titolo italiano ahimè stravolto (al solito) in "donna contro donna", in origine era "woman's inhumanity to woman", di Phyllis Chesler. Lo consiglio a tutte.

La sorellanza è una cosa che va riscoperta, creata, e soprattutto agìta.
Agìta mettendosi in discussione. Agìta facendo delle scelte.
E qui sotto, riporto quelle parole che sono state anche le mie.

Perchè nulla cambieremo, se non abbiamo il coraggio di agire assieme.
"Dividi et impera", dicevano i romani. Ci hanno già divise. Hanno compiuto una vera e propria diaspora.
Hanno diviso il nostro personale potere, e ci hanno diviso le une dalle altre. Quanto vogliamo cascarci, ancora? Quanta inutile sofferenza?


Mia amata Sorella

Nel profondo del mio cuore,
Io non voglio più essere
Meglio di te
più intelligente di te
più magra
più bella di te
più veloce di te
più forte di te
più completa di quanto lo sia tu
più creativa di quello che sei tu
una madre migliore di te
un'amica migliora di te
più istruita di te
qualcosa di più di te.

Voglio camminare su questa strada
fianco a fianco
nello stupore di chi sei
nello stupore di ciò che siamo noi ed i nostri doni
per vederti solo con amore e luce
con la nostra bellezza che splende attraverso noi
proprio come sei.
e voglio che tu mi veda nello stesso modo.
io davvero ti amo
proprio come sei.
Ho solo pensato che dovevo essere migliore
affinchè tu mi amassi.

Lascio cadere il pesante mantello davanti alla porta.
E' stato un fardello così pesante,
un onere inutile
un fardello autoimposto.
Mi vuoi ancora bene
essendo così come sono.
Nel profondo del mio cuore,
so che è così.

Nel sogno, che queste parole vengano pronunciate altre centro, mille, milioni di volte.
E miliardi di perle rosse girino i polsi di milioni di altre donne, che possa io riconoscere per strada, con un sorriso e con gratitudine.
Grazie Veronica, Grazie Katja, Grazie a ciascuna delle perle rosse che mi circonda.


3 commenti:

  1. Sorellanza tra donne?

    la mia amica mi ha piantato dopo essersi presa la mania del riscoprirsi improvvisamente cristiana.

    C-R-I-S-T-I-A-N-A.

    ovviamente il mio bestemmiare di Dea, Sacerdotessa ecc. ecc non poteva che urtare le sue orecchie delicate, che volevano sentire esclusivamente "dio è solo padre", "gesù il nostro messia, vero uomo e vero dio" et similia. e così, con un ultimo "io appartengo a gesù cristo, il messia!" ha chiuso i ponti con me, REA di non volere gesù cristo nella mia vita.

    Davvero, una sorellanza forte, sentita, indistruttibile, in questo ANNO DOMINI 2015, con donne così tanto emancipate dal patriarcato che ancora pregano/amano/seguono un papa, un prete, e un gesù cristo col suo odioso dio padre.

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  2. Abbandonare il patriarcato (che non inizia con il cristianesimo, ci tengo a dire, ma già da quel paganesimo classicista greco e romano, per quanto ci riguarda), significa anche restituire al singolo o singola il diritto di avere l'ultima parola sul proprio cammino e le proprie scelte.
    Anche quando diverse dalle nostre proprie.
    Sappiamo solo dove siamo adesso, non sappiamo dove il nostro percorso porterà.
    Vale ancora più per gli altri.
    Nessuna di noi è "libera" e "liberata". Siamo tutte (e tutti) su un percorso in via di crescita, modifica, sviluppo. Ciascuna/o alla ricerca del proprio "meglio".
    Nessuna (e nessuno) di noi è arrivata/o. Nessuna/o può dire di "avere capito tutto". Prima lo capiremo, prima saremo in grado di chiamare nuovi problemi col loro nome, e leggere in modo più complesso la realtà.
    Anche il dividere in due opposti è parte del pensiero patriarcale.
    Un nemico comune che identificherebbe il "nostro essere nel giusto". Il bene e il male contrapposti.
    La realtà invece va investita di complessità.
    E allora anche ai problemi, sapremo dare nomi più complessi. E nominandoli, inizieremo a porre davvero le basi del cambiamento.
    perchè così, non facciamo che voler cambiare, ma agendo regole di un gioco che dichiariamo non piacerci.
    Così, non facciamo che cercare nuovi contenuti, ma infilandoli in vecchi contenitori.
    Un bacio

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  3. La Sorellanza è priva di Giudizio, Siamo Tutte Uno..è un'Unione che và Oltre qualunque Credo religioso e non..
    È un Camminare mano nella mano senza Veli :)
    Namasté _/|\_

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